Homepage del cittadino per la campagna vaccinale anti COVID-19


Vaccinazioni in corso

Operatori sanitari e sociosanitari
Il personale sanitario e sociosanitario, sia pubblico che privato, ha un rischio più elevato di essere esposto all'infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti vulnerabili. La vaccinazione del personale in prima linea aiuterà a mantenere forte e attivo il Servizio Sanitario Nazionale.

Residenti e personale delle RSA
Gli utenti delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata e della possibile compresenza di patologie pregresse. Pertanto, sia gli ospiti che il personale dei presidi residenziali devono essere considerati ad elevata priorità di vaccinazione.

Popolazione over 80
Il programma vaccinale è basato sull’età in modo da ottenere una maggiore copertura, vista la prevalenza di patologie croniche. Considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva questo gruppo di popolazione rappresenta una priorità assoluta.
Domande Frequenti
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In ogni caso il profilo di sicurezza verrà continuamente monitorato anche dopo l'autorizzazione.
- Operatori sanitari e sociosanitari. Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all'infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario.
- Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un'elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave, a causa dell'età avanzata, della presenza di molteplici comorbidità, e della necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane.
- Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull'età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull'età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità aumenta con l'età. Pertanto, considerata l'elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione rappresenta una priorità per la vaccinazione.
Le indicazioni potranno essere aggiornate in base all'evolversi della pandemia, delle conoscenze provenienti dalla ricerca scientifica e della disponibilità di vaccini.
Al momento queste sono le categorie individuate:
- personale sanitario e sociosanitario;
- ospiti e personale dei presidi residenziali per anziani;
- persone che hanno dagli 80 anni in su;
- persone che hanno dai 60 ai 79 anni;
- persone di ogni età che soffrono di più di una patologia cronica pregressa, immunodeficienze e/o disabilità.
Le attività di vigilanza riguarderanno sia la raccolta e valutazione delle segnalazioni spontanee di sospetta reazione avversa (farmacovigilanza passiva) che azioni proattive, attraverso studi/progetti di farmaco-epidemiologia (farmacovigilanza attiva). L'AIFA si è dotata di un Comitato scientifico, che, per tutto il periodo della campagna vaccinale, avrà la funzione di supportare l'Agenzia e i responsabili scientifici dei singoli studi nella fase di impostazione delle attività, nell'analisi complessiva dei dati che saranno raccolti e nell'individuazione di possibili interventi. La finalità è quella di disporre, anche attraverso una rete collaborativa internazionale, della capacità di evidenziare ogni eventuale segnale di rischio e, nel contempo, di confrontare i profili di sicurezza dei diversi vaccini che si renderanno disponibili e di fornire raccomandazioni.
Le tempistiche e le cifre potranno essere soggette a variazioni in funzione dei processi di autorizzazione e assegnazione delle dosi. L'Italia, in base agli accordi stipulati, potrà contare sulla disponibilità di 215 milioni di dosi.
Il primo vaccino ad essere autorizzato in Unione Europea è stato Comirnaty di Pfizer-BioNtech il 21 dicembre. Le vaccinazioni con il Comirnaty sono iniziate con il Vaccine day, il 27 dicembre, in Italia e in Europa.
Il 6 gennaio è stato autorizzato dall'EMA anche il vaccino Moderna, autorizzato da AIFA il 7 gennaio. In aggiunta, il 7 gennaio la Commissione Europea ha comunicato la sottoscrizione di un ulteriore accordo con Pfizer/BioNtech per altre 300 milioni di dosi che saranno successivamente ripartite in quota parte alla popolazione di ogni Paese Membro.
Per saperne di più:
Istituzioni internazionali quali la Commissione Europea e l'OMS stanno valutando una proposta di certificato internazionale digitale.
Fonte
Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute
Per approfondimenti su tematiche riguardanti il vaccino puoi visitare i seguenti siti:
Le domande di AIFA Nuovo coronavirusA chi rivolgersi
Contatta il punto informativo del Commissario per l’emergenza COVID-19